mercoledì 29 aprile 2015

Allarme!

Stella marina sopravvive grazie ai mari più caldi

16 Febbraio 2015 Roma
Risultati immagini per Acanthaster planci, 

Con l’aumento di temperatura del mare migliora il tasso di sopravvivenza di una stella marina, la Acanthaster planci,  'mangiatrice di coralli', la stella "corona di spine" dotata di grandi aculei veleniferi e responsabile di invasioni molto distruttive ai danni delle barriere coralline.
Gli scienziati dell'Australian Institute of Marine Science dichiarano che il futuro della  della Grande barriera corallina, la più grande del mondo, che si estende per 2600 km al largo della costa nordest dell'Australia, si aggrava pericolosamente proprio ad opera di invasioni come queste.
La copertura corallina sulla barriera si è ridotta di circa la metà dal 1985, e circa il 42% della perdita è attribuita a ripetute epidemie della stella marina. Gli scienziati hanno studiato l'impatto delle temperature crescenti sulle larve della stella e hanno concluso che un aumento temperature di 2°C migliorerebbe del 240%il tasso di sopravvivenza della stella; inoltre il tempo di sviluppo, delle larve fino al cosiddetto livello di insediamento, si riduce del 30%.
Il comitato Unesco per il patrimonio mondiale pubblicherà' a metà maggio un rapporto sulla Grande Barriera Corallina, e deciderà poi se includerla nella lista nera dei siti 'in pericolo”.


lunedì 20 aprile 2015

Il centro delle nostre ricerche

I cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici rappresentano un fenomeno attuale. Si prevede che i cambiamenti continueranno e che gli eventi climatici diventeranno sempre più frequenti e intensi. È altamente probabile che la maggior parte del riscaldamento sia dovuto alle attività umane.      Si prevede un ulteriore incremento della temperatura.

È stato stabilito l'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 °C.                                                                                                                  Le emissioni globali di gas a effetto serra devono ridursi del 50 %. Nonostante gli sforzi volti a ridurre le emissioni si siano rivelati efficaci, qualche cambiamento climatico è inevitabile.
 
Impatto e fattori di vulnerabilità                                                 
Tra le regioni europee particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici sono presenti:
  • l'Europa meridionale e il bacino mediterraneo (a causa di aumenti delle ondate di calore e della siccità);
  • le aree montuose (a causa dell'aumento dello scioglimento della neve e del ghiaccio);
  • le zone costiere, i delta e le pianure alluvionali (a causa degli aumenti del livello del mare e delle crescenti piogge intense, alluvioni e tempeste);
  • l'estremo nord Europa e l'Artico (a causa delle temperature in aumento e dei ghiacciai in scioglimento).   (Agenzia Europea dell’ambiente)
L’effetto serra
L’atmosfera lascia passare le radiazioni luminose solari, ma intercetta le radiazioni termiche che provengono dal basso. Queste, avendo una lunghezza d’onda maggiore non riescono ad attraversare nuovamente l’atmosfera che le rimanda indietro verso la superficie terrestre. Questo fenomeno è detto effetto serra.
Le principali fonti di gas a effetto serra generati dall'uomo sono:
  • la combustione di carburanti fossili (carbone, petrolio e gas) che rilasciano CO2;
  • l'agricoltura (CH4) e le modifiche della destinazione dei suoli come la deforestazione (CO2);
  • la messa a discarica dei rifiuti (CH4);
  • l'utilizzo dei gas fluorurati di origine industriale.
L’aumento della temperatura superficiale del globo terrestre implica una serie di cambiamenti che vanno ad influire in maniera diretta sugli ecosistemi, modificando sensibilmente le strategie adattative di sopravvivenza degli organismi, e ampliando (o riducendo) la biodiversità propria di una determinata nicchia ecologica.
  (CNR -IBIMET- Istituto di Biometeorologia)
Lo scioglimento delle calotte polari
Il livello globale del mare sta crescendo ad un tasso di poco più di 3 millimetri all’anno, a causa sia dello scioglimento dei ghiacci.
(GreenReport.it).
Durante la scorsa estate lo scioglimento della calotta glaciale del Polo Nord ha raggiunto livelli storici. Le cause sono state individuate nell'aumento della temperatura globale terrestre. Tuttavia il reale meccanismo che lega i due fenomeni non risulta ancora perfettamente chiaro.
Un matematico serbo scoprì, però, che le glaciazioni e la loro scomparsa si verificano in seguito al fatto che l'orbita della Terra non è sempre identica a se stessa e ciò determina nel corso del tempo delle piccole variazioni dell'energia che arriva dal Sole.
(La Repubblica, 29 Gennaio 2008).

La desertificazione

 La desertificazione si manifesta con la diminuzione o la scomparsa della produttività e complessità biologica o economica delle terre coltivate, sia irrigate che non, delle praterie, dei pascoli, delle foreste o delle superfici boschive causate dai sistemi di utilizzo della terra, o da uno o più processi, compresi quelli derivanti dall'attività dell'uomo e dalle sue modalità di insediamento, tra i quali l'erosione idrica, eolica, etc; il deterioramento delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche o economiche dei suoli; e la perdita protratta nel tempo di vegetazione naturale.  (Wikipedia)
A cura di Antonella Batistini